Tradizionalità tramandata nel tempo…

INTRODUZIONE

 

DEFINIZIONI DI INDUSTRIA ALIMENTARE

Prima Definzione

Insieme delle attività produttive legate alla manipolazione e alla trasformazione dei generi commestibili, che va dalla raccolta primaria alla distribuzione. La classificazione delle diverse industrie si basa su criteri merceologici e sulle tecnologie. Perciò è possibile formulare comunque questa suddivisione:

industria dei prodotti freschi
industria delle conserve vegetali
industrie animali e ittiche
industria degli alimenti surgelati
industria degli alimenti dietetici e della prima infanzia
industria risiera
industria molitoria e dei prodotti da forno
industria saccarifera
industria lattiero-casearia
industria della macellazione
industria delle materie grasse vegetali
industria delle acque minerali e delle bevande
industria enologica
industria della birra
industria della ristorazione collettiva.
 
Oggi le industrie alimentari con il maggior numero di addetti sono quelle dei prodotti tradizionali, con un basso profilo tecnologico, quali i prodotti da forno e le conserve vegetali e animali.

Le più dinamiche in termini di aumento di fatturato e di investimenti sono quelle della ristorazione collettiva, dei surgelati e dei prodotti pronti in genere, e quelle a tecnologia consolidata, quali l’industria dello zucchero.

Le industrie alimentari più statiche risultano essere quelle della lavorazione delle granaglie, delle bevande alcoliche, e quelle del cacao, cioccolato, caramelle e gelati, a causa dei nuovi modelli di consumo sempre più orientati verso un atteggiamento più salutistico e di rapida fruizione dei pasti.

Seconda Definizione

Ogni soggetto, pubblico o privato, con o senza fini di lucro, che eserciti una o più delle seguenti attività: preparazione, trasformazione, fabbricazione, confezionamento, deposito, trasporto, distribuzione, manipolazione, vendita o fornitura, somministrazione di prodotti alimentari.

I quali provengono da attività primarie quali l’agricoltura, la zootecnica, la silvicoltura e la pesca, oppure, in seconda battuta, di semilavorati ottenuti come detto, per realizzare prodotti finiti da destinare, a fronte di un adeguato condizionamento/confezionamento, al mercato, e quindi al consumo, alimentare.

IL MADE IN ITALY

L’agroalimentare made in Italy rappresenta il 15% del PIL, con circa 15 milioni di ettari coltivati, un fatturato nazionale che vale 180 miliardi di euro e 70mila industrie alimentari.

L’Italia è in Europa:

Il 1° produttore di riso, tabacco, frutta, ortaggi freschi, vino e mosti.

Il 2° produttore di fiori, uova e pollame

Il 3° produttore di carne bovine, barbabietola da zucchero e di frumento.

I Primati dell’Italia

Il modello agricolo italiano è vincente nel mondo dove ha conquistato primati nella qualità, tipicità e nella salubrità delle produzioni. Le produzioni italiane hanno poi il primato della sanità e della sicurezza alimentare, con un record del 99% di campioni regolari di frutta, verdura, vino e olio, con residui chimici al di sotto dei limiti di legge.

L’agricoltura italiana vanta inoltre la leadership nei prodotti tipici con 228 prodotti a denominazione o indicazione di origine protetta riconosciuti dall’Unione Europea senza contare le 4.471 specialità tradizionali censite dalle regioni.
La Dieta Mediterranea
Il made in Italy a tavola è anche l’emblema nel mondo della dieta mediterranea, modello nutrizionale universalmente riconosciuto fondamentale ai fini del mantenimento di una buona salute e che si fonda su una alimentazione basata su prodotti locali, stagionali, freschi di cui l’Italia è particolarmente ricca. Pane, pasta, frutta, verdura, extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari secondo i principi della dieta mediterranea hanno consentito agli italiani di conquistare un record della longevità.

L’industria alimentare italiana ha saputo prendere in eredità la cultura del “fare” buon cibo e buone bevande, senza sovrapporsi alla tradizione tipica.

E’ per questo che molte aziende simbolo della nostra industria alimentare hanno varcato la soglia dei 100 anni di vita.

PRODOTTI DOP, IGP E STG

Per questo l’Italia ha:

  • 142 prodotti D.O.P. – Denominazione di Origine Protetta;
  • 84 prodotti I.G.P. – Indicazione Geografica Protetta;
  • 2 prodotti S.T.G. – Specialità Tradizionale Garantita.

  DOP

Tutela giuridicamente la denominazione di quegli alimenti le cui caratteristiche dipendono dal territorio di produzione.

 L’ambiente geografico comprende:

Che consentono di ottenere un prodotto inimitabile.

Le fasi di produzione devono attenersi alle rigide regole stabilite nel disciplinare di produzione.

  IGP

Prodotti agricoli e alimentari per i quali una determinata caratteristica dipende dall’origine geografica.

Fondamentale è che produzione, trasformazione e elaborazione avvengano in un’area geografica determinata.

Anche chi produce IGP deve attenersi alle rigide regole produttive stabilite nel disciplinare di produzione.

  STG

Volto a tutelare la produzione tradizionale.

Si rivolge a prodotti agricoli e alimentari che abbiano una “specificità” legata al metodo di produzione o alla tradizione di una zona, ma anche prodotti al di fuori di essa.

 

 GRAFICO SPECIALITA’ REGIONALI


 

ARTICOLO DAL RESTO DEL CARLINO DEL 13 GIUGNO 2011

   Vino, Coldiretti: l’Italia sorpassa la Francia e diventa il primo produttore al mondoI dati della Commissione Ue rilevano una produzione di 49,6 milioni di ettolitri per l’Italia, superiore ai 46,2 milioni di ettolitri della Francia

I risultati finali dell’ultima vendemmia 2010-2011 premiano l’Italia che diventa il principale produttore di vino al mondo sfilando la corona alla Francia, storica detentrice.

Ad affermarlo e’ la Coldiretti sulla base dei dati della Commissione Ue che rilevano una produzione di 49,6 milioni di ettolitri per l’Italia, superiore ai 46,2 milioni di ettolitri della Francia, su un totale comunitario di 157,2 milioni di ettolitri, in calo del 3,7%.

Il primato del Made in Italy viene confermato – spiega la Coldiretti – anche se si considerano i valori italiani al netto della feccia stimabile in un 5%. Il risultato e’ il frutto di una sostanziale stabilita’ della produzione in Italia e di un calo in Francia.

Il 60 per cento della produzione nazionale e’ rappresentata da vini di qualita’ con ben 14,9 milioni di ettolitri sono destinati a vini Docg/Doc e 15,4 milioni di ettolitri a vini Igt, segnala la Coldiretti.

Un risultato incoraggiante arriva anche dalle esportazioni, aumentate del 15 per cento nel primo bimestre del 2011. ‘’Si tratta – precisa la Coldiretti – del risultato di una crescita record del 31% negli Stati Uniti, che diventano il primo mercato di sbocco in valore davanti alla Germania, ma anche dell’aumento del 6% dell’export nell’Unione Europea e di un significativo e benaugurante incremento del 146 per cento in Cina’’. 
 

Un andamento che conferma i risultati positivi ottenuti dal vino Made in Italy all’estero nel 2010 con un valore record dell’esportazioni di 3,93 miliardi, superiori per la prima volta ai consumi nazionali. Inoltre le esportazioni di vino Made in Italy dei piccoli produttori sotto i 25 milioni di euro di fatturato, sono cresciute in valore del 16 per cento. Il fatturato complessivo realizzato dal vino italiano nel 2010 e’ stato pari a 7,82 miliardi.

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